Non vale, c'è troppo
sole. Non siamo forse a fine Novembre? Dove sono le mie nubi
burrascose? E il mio cielo plumbeo? Cos'è tutta 'sta luce
cinguettante? Non sono questi i patti che nessuno ha stipulato con
chiunque governi le stagioni. Questa è inadempienza. Datemi le mie
piogge e i miei tuoni e nessuno si farà male.
Di tutte le ricchezze
– Stefano Benni – Feltrinelli Editore, 2012
E si sa che io Benni lo
adoro. Ne avevo parlato diffusamente qui, perciò non credo sia il
caso di sviscerarlo ancora una volta. Però il libro mi è piaciuto
troppo per non parlarne almeno un poco, capite? Ecco, qui si ritrova,
come spesso accade, uno dei temi portanti di Benni. Il paesino. Però
stavolta è un paesino vissuto dall'esterno, da un professore
settantenne che ha deciso di sottrarsi alla vita mondana rifugiandosi
in una casupola appartata, immersa in un bosco. Si chiama Martin, ha
un cane di nome Ombra e i capelli candidi. Gode di una discreta fama
per aver scoperto un poeta locale, definito talvolta maledetto o
naif, chiamato Il Catena, morto suicida in un manicomio. Le sue
poesie sono un piacevole intermezzo tra un capitolo e l'altro, mai
invadenti e quasi sempre significative. Non sono una grande amante
della poesia, però ogni tanto un volume di Rilke o di Rimbaud lo
vado a recuperare. E potendo andrei a recuperarne anche uno del
Catena.
E poi arriva questa
giovane coppia di città a spodestare il quieto isolamento di Martin.
Lui un inetto rompiscatole e lei bionda e meravigliosa, una secchiata
di ricordi gelidi sulla testa candida dell'anziano professore. La
leggenda di una donzella suicidatasi in un lago nelle vicinanze,
narrata in mille modi e da mille bocche. La naturalezza con cui
Martin dialoga con gli animali, filtrando un poco di fantasia dalla
sua testa fino al mondo esterno, come balsamo contro la solitudine.
Come faccio a non
consigliarlo?
Che poi alla Feltrinelli
va il mio plauso per ulteriori motivi, quelli che mi rendono degna
d'essere chiamata 'ligure'. Il prezzo. Le prime edizioni variano dai
15 ai 16 euro, mi pare, una differenza anche di 5-6 e in qualche caso
7-8 soldoni rispetto a tante case editrici. Ne cinguettavo qui, tempo
fa, di quest'argomento che mi sta tanto a cuore.
Prove per un incendio
– Shalom Auslander – traduzione di Elettra Caporello - Guanda
Editore, 2012
Anche di Auslander avevo
già parlato, in una delle mie primissime recensioni, dedicata al suo
primo libro, Il lamento del prepuzio, ve lo linko qui. Questo libro è dissacrante,
più per lui che l'ha scritto che per noi che lo leggiamo,
probabilmente. Perché Auslander è un ebreo americano e in Prove per
un incendio parla di Anna Frank. E come ne parla.
Diciamo che c'è
quest'uomo, Solomon Kugel, reso barbaramente ipocondriaco dalla
nascita del figlio, ossessionato dalle 'ultime parole' pronunciate in
punto di morte da gente famosa. A corto di denaro, con un inquilino
pagante insopportabile e la madre vittimista e oltremodo invadente a
peggiorare la sua situazione matrimoniale. Diciamo che quest'uomo un
giorno sale in soffitta, deciso a trovare la fonte del cattivo odore
che provoca tante lamentele nell'inquilino e trova una vecchietta
rattrappita, nascosta dietro un cumulo di scatoloni, intenta a
scrivere su un computer. E questa vecchietta asserisce di essere Anna
Frank.
Bisogna avere fantasia,
eh?
Ve lo consiglio.
Fortemente.