Lo so che la Giornata
Internazionale della Donna è stata un bel po' di giorni fa, ma
questa 'cosa' mi è venuta in mente ieri. E poi l'8 Marzo vi ho
propinato un post abbondantemente inutile, un mero elenco di
personaggi femminili. Quello di cui mi piacerebbe discutere oggi è
come un continuo a rovescio di quel post, perché ci sono due
risposte che cozzano nella mia testa. E quando capita, di solito le
riporto qui, così qualcuno mi aiuta a sbrogliarle.
Partiamo dal presupposto
che da diversi anni sono tanti i media che si impegnano per la
costruzione di un modello femminile forte e ammirevole, soprattutto
per le bambine. Ci sono anche quelli che prenderei a randellate da
quanto sono orrendamente diseducativi, ma c'è anche chi, conscio del
proprio potere sulle menti fanciullesche, fa del proprio meglio per
promuovere qualcosa di buono. Quant'è che la Disney ci mostra eroine
indipendenti e volenterose? Io non dimenticherò mai di quando ho
visto Mulan al cinema, gli occhi sbarrati mentre tornavamo lentamente
alla macchina. In barba a chi dice che i cartoni non influenzano,
sappiate che ho desiderato di fare il soldato fino al primo anno
delle superiori, quando è stato chiaro che non avrei mai e poi mai
raggiunto l'altezza minima richiesta. A posteriori, direi che è
andata bene, il meccanismo mentale volpe-uva mi ha resa adeguatamente
pacifista.
Ma torniamo ai
lungometraggi Disney, che sembro un anzianino che divaga raccontando
di una visita dal medico.
Mulan. Pocahontas. Belle.
Megara. La capitana-gatto di Il Pianeta del Tesoro. Va bene che ci
sono state anche le varie Cenerentole, Aurore e quant'altro, ma si
parla di film assai antecedenti al primo reggiseno bruciato, via. E
poi vengono da favole lontane, mica le si poteva cambiare granché.
E non è soltanto la
Disney (e Pixar, con la recente Merida), ma anche la Dreamworks.
Fiona di Shrek. La giornalista di Megamind, Astrid di Dragon Trainer.
Il fatto è che questo
impegno nel presentare quasi esclusivamente personaggi femminili di
un certo impatto e di una certa forza, magari con le loro pecche
caratteriali, ma sempre fondamentalmente indipendenti, è stato
condiviso dal mondo dei libri, fino a un certo punto. E poi qualcosa
si è interrotto e il 'mondo dei libri' è stato invaso da fanciulle
in pericolo, incapaci di muovere un solo passo senza essere sorrette.
Non so se sono io a
vedere una prima sbandata in Bella di Twilight o se la cosa è
cominciata prima senza che me ne rendessi conto. Però credo che una
certa legittimazione al 'personaggio-femminile-debole' sia stata data
dalla saga della Meyer. È come se una marea di autrici dopo di lei
si fossero dette 'Ma che, si può fare?' per poi cominciare a darci
dentro, a sciancare il carattere e la personalità delle loro
protagoniste femminili.
Finalmente è il momento
di svelare da dove mi sia nato questo dilemma. Ieri stavo girellando
per blog, quando mi è comparsa davanti agli occhi l'anteprima The
Selection uscito pochi giorni fa per la Sperling&Kupfer.
La copertina non era malaccio, perciò sono andata a dare un'occhiata
alla trama, che mi ha lasciata sbalordita. Ve la riporto pari pari,
eh.
''In
un futuro lontano, in un Paese devastato dalla guerra e dalla fame,
l’erede al trono seleziona la propria moglie grazie a un reality
show spettacolare. Per molte ragazze la Selezione è l’occasione di
una vita. L’opportunità di sfuggire a un destino di miseria e
sognare un futuro migliore. Un futuro di feste, gioielli e abiti
scintillanti. Ma per America è un incubo. A sedici anni, l’ultima
cosa che vorrebbe è lasciare la casa in cui è cresciuta per essere
rinchiusa in un Palazzo che non conosce. Perdendo così l’unica
persona che abbia mai amato, il coraggioso e irrequieto Aspen. Poi
però America conosce il Principe Maxon e le cose si complicano.
Perché Maxon è affascinante, dolce e premuroso. E può regalarle
un’esistenza che lei non ha mai nemmeno osato immaginare...''
Cioè,
wow. Chi non sogna una storia d'amore con uno che va a scegliersi la
compagna come un ristoratore al banco del pesce? E non
dimentichiamoci che il denaro del PRINCIPE Maxon compare con molta
poca romanticheria nella lista dei 'pro'.
Il
mio dilemma è questo: va bene così?
Certo,
ognuno è liberissimo di leggere quello che vuole, è così che deve
assolutamente essere. Se questo genere di storie viene letto, vuol
dire che c'era qualcuno che le aspettava, no?
Ma
magari c'è anche qualche nazista dell'Illinois (citazione
coltissima) che non aspetta
altro che un bel libro in cui i neri vengono descritti come selvaggi,
che dia ragione alle sue teorie malate. O un libro
storico-revisionista che rappresenti Hitler come un baffuto e
simpatico agente segreto che, ben prima di iniziare la sua corsa al
massacro, ha scoperto le carte che svelavano il tremendo piano ordito
dagli ebrei ai danni della Germania.
Non
lo so, davvero. Forse la cosa mi indispone perché sono sempre solita
cercare conforto e risposte nei libri, quindi vederne che riportano
delle caratterizzazioni così sballate e sibilanti mi fa paura, temo
che qualcuno possa finire per cercarvi risposte che potrebbero
rivelarsi deleterie. Tremo al pensiero di una che vede romantico il
controllo ossessivo di un ragazzo-stalker perché, deh, Mr. Grey non
dimostrava così il proprio ammmore ad Ana?
Lo
so che dibatto col nulla, lo so che nulla può vietare una cosa del
genere. E non voglio 'vietarla', ripeto. Né intendo giudicare le
lettrici che gradiranno il genere. Come ogni tanto mi sento di
ripetere, ognuno deve leggere quello che più gli aggrada senza mai
vergognarsene. Dagli Harmony a Joyce. Se riesce a non addormentarsi
con Joyce.
Voglio
solo fare un po' di ordine nella mia testa. È giusto rispettare le
inclinazioni di chiunque? O ci vorrebbe un qualche freno? Un freno
per modo di dire, un 'No, momento, che sto facendo?', non un
'ALTOLA'! ALZI LA PENNA DAL FOGLIO, PER L'AMORDIDDIO!'.
Sicuramente
sono io, quella che dovrebbe mettere un freno ai propri
arrovellamenti. Ma sfortunatamente mi è impossibile, quindi... boh?