Sto incontrando delle
difficoltà nello scrivere questo post. Non che io non sappia cosa
scrivere o non abbia tempo per farlo. Il problema è che ho
dimenticato di trasferire il suddetto ebook nella mia chiavetta usb e
l'ho bellamente lasciato a prendere polvere virtuale nel computer di
mia madre. A casa di mia madre. E pare che il sito cui è affidata la
vendita ce l'abbia con me perché rifiuta di lasciarmelo scaricare.
Certo, potrei anche fare via Amazon, ma Amazon mi sta cocentemente
sulle scatole, quindi andrò un po' a memoria e un po' a spezzoni.
Tanto non è che devo farne un riassunto, no?
Parto col dire che di
questo ebook se ne sono lette di ogni per un po' di settimane. Il che
è anche positivo, perché dopotutto se ne è parlato, ma non è che
alla fine si sia discusso granché degli argomenti che tratta. Si è
parlato moltissimo di due frasi in croce, della loro interpretazione,
dell'interpretazione che è stata data all'interpretazione e così
via. C'è un punto in cui eFFe denota l'esistenza di blogger che,
anche all'interno di siti/blog collettivi – di quelli grossi che io
non ci posso neanche lavare i piedi con le lacrime, per intenderci –
vendono le proprie recensioni, non necessariamente in denaro, piuttosto con l'offerta di varie collaborazioni, entrando in un 'rapporto
ambiguo' con gli editori.
C'è chi questa
affermazione l'ha presa male, come un'accusa rivolta a tutti i
blogger letterari o comunque a una larga fetta. Invece l'impressione
che mi ha dato eFFe è di essere uno che ne sa a pacchi, oltre al
fatto che la sua asserzione era molto precisa e circoscritta. Quindi
c'è solo da prenderne atto. Io poi non è che ci veda proprio Il Male, posto che un blogger continui ad essere blogger e non emissario di una particolare CE, quindi bom.
A parte questo, l'ebook è
pieno zeppo di spunti interessantissimi. Parla di blog letterari in
generale, con qualche considerazione sparsa. Discute la differenza
tra blog collettivi e blog personali. L'analisi di uno studio
sull'influenza dei blog sulle vendite di alcuni libri condotto
dall'AIE e presentato al Salone del Libro l'anno scorso, pieno di
falle nella progettazione. Il modo di vedere il lit-blogger da parte
delle case editrici, la volta che gli hanno dato dello 'scroccone',
quando poi a ben vedere è a quello 'scroccone' che viene richiesta
pubblicità gratuita tramite recensioni. Credo che la parte che mi ha
interessata di più sia stata quella sull'antropologia del dono,
ovvero quel fattore che rende difficile criticare in modo del tutto
oggettivo un libro che si è ricevuto in regalo, anche se non si ha
alcuna intenzione di mentire nella propria valutazione.
Poi ci sono un altro paio
di punti con cui non sono del tutto d'accordo. Non nel senso 'Tu hai
torto, io ho ragione', eh, solo un 'La penso diversamente'. EFFe
denota – non ricordo in che parole, se sbaglio 'mea culpa' – che
i blogger che scrivono per passione finiscono per fornire visibilità
gratis agli editori, che finiscono per guadagnare sull'entusiasmo
altrui. E a questo io rispondo 'nì'. Cioè, sì, è vero che una
recensione magari convince qualche lettore a procacciarsi un
particolare libro, rendendo un ignaro o magari gradito servizio ad
una particolare casa editrice. Però io, come blogger e come
lettrice, non me ne dispiaccio affatto. Anzi, considerando il non
troppo roseo periodo in cui versa l'editoria italiana, ben venga.
Ovvio, non è il motivo che mi spinge a scrivere recensioni, però
non può farmi che piacere. Se un libro mi piace al punto che mi
sento di consigliarlo, allora bene che venga letto. Poi beh, ci sono
case editrici a cui sento proprio di voler bene, che se fossero
persone mi ci aggrapperei per un abbraccio. Tipo la Marcos y Marcos,
la Isbn, la MimimumFax. Anzi, la MinimumFax niente abbraccio, perché
secondo me la sua personificazione sarebbe un tizio abbastanza
scostante e vagamente hipster, quindi allergico ad ogni contatto fisico. Però ecco, dicevo, cavolate a parte,
che non mi dispiace se qualcuno 'guadagna' sulle mie recensioni.
Anche perché volendo andare a ritroso, più che sulle mie
recensioni, starebbe raccogliendo i frutti della meritevolezza del
libro segnalato.
Ma poi è vero, sono cose
che variano da blog a blog. Quelli che accettano libri in regalo
effettivamente rischiano di trovarsi a pubblicare acritiche segnalazioni o
recensioni sfalsate sui libri ricevuti. Non tutti, eh, sia chiaro. Però tempo addietro ne ho letta
una che mi ha fatto un po' cascare le braccia. Non ho letto il libro
in questione né ho intenzione di farlo, perché sono convinta che
sia un'emerita ciofeca. E credo che la blogger stessa la pensasse
esattamente come me, nonostante si dibattese strenuamente tra
sincerità e omissione. Il libro non le era piaciuto, ne sono
convinta. Eppure è riuscita a lodarlo. E questo l'ho trovato
veramente triste. Cioè, un blog dovrebbe essere uno spazio 'tuo', in
cui non dovresti temere di esprimere la tua opinione. Se rinunci così
alla tua voce che senso ha?
Ma soprassediamo.
Un altro appunto che mi
sento di fare è quello sulle regole 'del buon blogger' stilate da
eFFe. Su alcune – vorrei poter dire su tutte, ma tutte non me le
ricordo quindi glisso così – sono d'accordo, ma ammetto che la
concezione stessa di una serie di linee-guida per blogger mi perplime un poco.
Io credo che i blog siano spazi troppo diversi gli uni dagli altri,
almeno quanto lo sono le persone che li gestiscono. Siamo una
quasi-comunità, o almeno vorrei che lo diventassimo, però siamo
anche estremamente individualistici. Almeno, io lo sono. La
Leggivendola è mio, la possibilità che altre persone stabiliscano i
criteri secondo cui dovrei scrivere mi fa solo che innervosire.
Libertà di fare schifo come blogger, diciamo.
Anzi, senza stare troppo
a estremizzare credo che alla fine ogni blogger parta con una serie di
criteri e principi in testa, che poi magari si modificano col tempo. Alcuni verranno con l'esperienza, altri col buon senso. Segnalare sempre se
un libro è giunto come regalo o se è stato acquistato, non mentire
mai ai propri lettori, cose di questo genere sono così ovvie che
dovrebbero costituire quasi la base di partenza con cui si apre un
blog.
E magari la chiudo qui, che mi sta uscendo un illeggibile papiro.
Vi consiglio di nuovo e
spassionatamente di procurarvi questo ebook. Costa così poco che
perfino io, nella mia infinita ligurità, me lo sono procacciato. 1.08 euro. È
interessante, ben scritto, ogni osservazione viene ampiamente
motivata. Merita. Senza contare il fatto che ogni centesimo speso
nell'acquisto va all'Associazione Toscana Tumori. Quindi, ribadisco,
cattatevelo a questo link. E poi se vi va ditemi cosa ne pensate.