- Ottieni link
- X
- Altre app
- Ottieni link
- X
- Altre app
La
storia di una bottega è il primo romanzo della Levy, scritto nel
1888. Amy è nata a Londra, seconda di sette figli in una
piccola famiglia ebrea. In questo libro le sue idee pre-femministe
emergono chiaramente dalla trama, dalle occhiate lanciate alla
leziosa sorella maggiore, dalla forza e dalla caparbietà delle
altre, che spingono e sudano per non lasciarsi separare né si
reinventano come fanciulle in pericolo dopo la morte dei genitori.
Ecco,
è così che inizia la storia, con la morte dei genitori. Gertrude,
Lucy, Phyllis e Fanny sono rimaste orfane, i loro beni sono messi
all'asta insieme alla loro casa e si stanno preparando per il futuro.
Per costruirselo insieme, invece di andare a pesare sulle spalle dei
parenti che pure sarebbero più che lieti di accoglierle. Si
trasferiscono in un minuscolo appartamento in Baker Street – la
stessa via di Sherlock Holmes, farei notare – con annessa una
piccola bottega al piano inferiore, dove apriranno uno studio
fotografico. E così via, tra incontri, difficoltà e scelte.
Che
altro dire? Inutile dilungarsi, direi che ho già svelato fin troppo.
È la storia delle sorelle Lorimer e della loro bottega. Punto e
basta. È scritta e tradotta benissimo e... e beh, non aggiungo nulla
che sennò spoilero. Ed è superfluo dire - ma lo dico uguale - che l'ho adorato. Spero ardentemente di leggere anche l'altro romanzo
della stessa autrice. La butto lì, dovessero mai leggere le ragazze
della Jo March.
Amy Levy
classici
Jo March
La storia di una bottega
la storia di una bottega di Amy Levy
recensione
recensioni
- Ottieni link
- X
- Altre app