Mi
sto squagliando. Vivo reclusa in un perenne velo di sudore. Ho
schifosamente caldo e perennemente sete. Ma via, smettiamola di
lamentarci del clima. Mugngnamo giustamente sul dannatissimo esame di
domani, per via del quale sto studiando sul libro peggio scritto di
tutti i tempi, in cui l'autore si lancia in teorie prive di alcun
fondamento logico per poi contraddirsi un paio di righe dopo. Cristo,
che irritazione.
Ma
bando alle – inutilissime – ciance, va'.
La
scrittrice criminale – Marina Morpurgo – Astoria Edizioni, 2011
Questo
libro l'ho adorato pagina dopo pagina, la lettura è filata spedita e
allegra, un sorriso perennemente stampato sulle labbra. Non si può
non provare almeno un po' di empatia per la protagonista, nonostante
tutto, schiacciata un po' dalle richieste dell'editore, un po' dalle
incalzanti domande dei vicini e degli amici sul 'prossimo libro',
dalle recensioni in rete, dai genitori intellettuali... certo, quello
che fa è sbagliato, però un po' la si capisce. E poi c'è questo
piccolo spaccato di mondo editoriale, l'amico aspirante autore deluso
che se la tira un sacco, l'editore che pensa solo al profitto... e
boh, l'ho adorato. Breve ma intenso, una lettura che dura poco,
perché è un libriccino davvero – sigh – breve, però veramente,
ve lo consiglio un sacco.
…
ma se poi dico due parole sulla trama non
è che vi faccio un torto, a pensarci bene.
Allora,
c'è questa Scrittrice Potenziale che ha pubblicato una piccola
raccolta di racconti per una casa editrice. In seguito a questa
pubblicazione la casa editrice le ha già fatto avere un anticipo per
il prossimo libro, che lei però proprio non riesce a scrivere. E si
ritrova a doversi confrontare col foglio bianco, col suo colpevole
candore, mentre chiunque la incroci per strada la tempesta di domande
sulla storia. Teme le telefonate dai genitori, gli incontri coi
vicini, i contatti con l'editore, al quale non ha avuto il coraggio
di denunciare il suo blocco. Finché un giorno non si trova a
spolverare la libreria e le capita in mano un volumone de I promessi
sposi. E le viene una malsana idea, quella di ricopiarne la
struttura, per farne la solida impalcatura del proprio romanzo.
E
così via.
Consigliatissimo.
Regina
Nera – Matteo Strukul – Edizioni E/O, 2013
Mi
fa un po' male il cuore, ma qui dovrò muovere un po' di critiche. E
la cosa mi dà parecchio fastidio, perché adoro sia Mila che la casa
editrice, però d'altronde non è che posso fare 'le preferenze', no?
… o sì? Magari il bello di avere un blog è anche quello.
Ad
ogni modo, vediamo.
La
storia è abbastanza semplice, per quanto le vicende di Mila e dei
Cattivoni siano collegate ad uno scorcio di politica italiana. Gli
intenti – ho apprezzato parecchio, mastro Strukul – di protesta
contro il mai placato sessismo sono abbastanza evidenti nel Partito
delle Donne e soprattutto nel fatto che qualcuno voglia metterlo a
tacere, rapendo la figlia della candidata premier Laura Giozzet.
Poi
c'è Mila che, entrata a far parte di una specie di milizia privata
sovvenzionata da varie fonti, un po' governative e un po' no, viene
ingaggiata da un tizio per trovare la figlia fuggita di casa. Si
trova nel Trentino Alto Adige, tra neve e pub simil-tedeschi.
C'è
appunto la ragazza fuggita di casa, Edith, una disgraziata plagiata
da una banda di metallari-nibelunghi-medionazi-psicopatici e qualche
stralcio della sua infanzia.
Ora,
vediamo. Bellissimi i combattimenti, bella la descrizione della scena
metal – oh, sul metallo divento pignola – storia
interessantissima, mi piacciono i 'colleghi' di Mila che vengono
introdotti.
Però
c'è qualche però. Ad esempio, i ben tre refusi. Che non fosse la
E/O forse non ci farei neanche troppo caso, però trovarli in un
libro targato E/O un po' mi dà fastidio. È come prendersi un calcio
da Babbo Natale.
E
il fatto che molti dialoghi suonino stonati, troppo artificiosi.
Niente di irrimediabile, ma proprio per questo, perché non
rimediare?
Una
scena alla fine che mi ha fatto molto storcere il naso. Troppo
innaturale, troppo Beautiful secondo me. A una cosa del genere, mi
spiace dirlo, però non mi viene da crederci.
Per
il resto, che dire? Mi è piaciuto un sacco, certo, c'è Mila, ci
sono i combattimenti, mi si citano a ripetizione Turisas e simili.
Però credo che sia Strukul che l'editor avrebbero dovuto lavorarci
un pochino di più, anche soltanto un paio di settimane, per
accomodare quelle cose che non andavano. Mi irrita il fatto che
questo libro non dia quanto avrebbe potuto dare, il potenziale è
enorme ma non è stato sfruttato al massimo.