Consigli stiracchiati sui gruppi di lettura

Dunque dunque dunque. Nello scorso post avevo accennato al gruppo di lettura che abbiamo messo su in libreria e ho speso due parole sul nostro primo incontro, che è stato meraviglioso. Mi è stato quindi cortesemente richiesto qualche consiglio su come-cosa-perché-quando si fanno i suddetti gruppi di lettura e ivi mi accingo a dare il mio contributo alla causa. Che poi forse non sono proprio la persona giusta per dare di questi consigli, visto che non sono né un'esperta, né una decente organizzatrice. Però via, è una cosa di cui ho fatto esperienza, quindi spero di potervi esplicare qualcosina.
Però prima sapete che faccio? Vado a mettermi su una tisana. Un po' perché fa freschino e un po' perché me ne è venuta voglia non mi appena sono tornata a pensare al tema del gruppo. Perché giustamente, laddove si parli di letteratura inglese, a me viene voglia di riempire la teiera.



Di nuovo 'dunque', eccomi qui con la mia tisana bollente, che spero ardentemente di non rovesciare sul computer. Qui sul blog non avevo parlato molto del gruppo di lettura, e non credo di averlo nominato più di un paio di volte su facebook. Il fatto è che temevo andasse male, che non venisse nessuno o che si formasse quella patina di imbarazzo che ci avrebbe impedito di interagire e avrebbe inibito le chiacchiere. E che sarei dovuta tornare qui a piangere lacrime amare sul mancato successo di qualcosa che mi aveva vista così entusiasta... invece è andato tutto così bene, ma così bene, che davvero, neanche nei miei sogni più lieti. Abbiamo chiacchierato un sacco, divagando e stiracchiando le tematiche per poi tornare a quella principale. Ed è stato bello. Il prossimo incontro sarà sabato e, beh, non vedo l'ora.
Allora, vediamo.
Prima di tutto direi che ci vuole un posto in cui ritrovarsi. Che sia una biblioteca, una libreria o un bar. Considerando le condizioni in cui versano le librerie indipendenti, suggerisco di scegliere la suddetta opzione. Che però ci sia abbastanza spazio, ecco. Accordatevi col libraio/la libraia, magari anche per fare sconti sui libri oggetto del gruppo ai partecipanti.
Poi ci vuole un tema. Che ci si accordi col libraio/bibliotecario/barista/amici con cui si vuole organizzare la cosa, è importante che ci sia adesione sul tema, che questo sia abbastanza ampio da accogliere un bel po' di materiale, di modo che si possano fare molti incontri senza che manchino gli argomenti di cui chiacchierare. E sarebbe anche meglio se si trattasse di un tema... beh, non proprio 'in voga', ma comunque di un certo interesse. Io ho optato per le scrittrici classiche femminili e inglesi (una cacofonica fila di aggettivi, lo so...) perché è un argomento ampio, i libri sono tanti e negli ultimi tempi è tornata la febbre Austen. Che è una febbre che adoro, quindi...
Avendo un luogo e un tema, bisogna trovare un modo per far sapere in giro dell'esistenza del gruppo di lettura. Pagina Facebook e volantini nelle biblioteche. Noi abbiamo fatto così e la cosa è andata abbastanza bene, considerando il fatto che la nostra libreria si trova in un paese di dimensioni veramente ridotte.
Quindi, la data. È importante fissarla con un certo anticipo e cercare di non essere troppo rigidi sui propri impegni. Bisogna anche decidere quale sia il proprio target. Il pomeriggio è meglio per gli studenti, la sera per i lavoratori. Si possono anche tenere due incontri in orari diversi per venire incontro a entrambe le categorie.
Informarsi sul tema trattato. Probabile che buona parte di coloro che partecipano al gruppo non siano affatto appassionati conoscitori, ma curiosi vagamente interessati e quindi ben poco esperti. Faranno domande e ci vorranno delle risposte. Grazie all'incontro dell'altro giorno, ho scoperto di saperne veramente a pacchi su Jane Austen, il che mi rende lieta.
La presenza di una persona che non gradisce il tema trattato, ma aperta alla discussione, è una manna. Ad esempio, l'altro giorno c'era una ragazza che ha ammesso molto semplicemente di aver provato a leggere Orgoglio e Pregiudizio ma di non averlo gradito affatto. Il che ha portato a domandarci perché e per come, cosa cercassimo in un romanzo, quali fossero le differenze tra la scrittura di Jane e quella di altre scrittrici che le piacciono... davvero, una fonte inesauribile.
Per il resto, fare in modo che le informazioni siano sempre facilmente rintracciabili e usufruibili, che i comunicati siano brevi e chiari ma anche ammiccanti, magari un po' di attenzione al font e alla forma, che male di certo non fa.
Portare biscotti fatti in casa. Punto.

Per il momento non mi viene in mente nient'altro, ma se avete qualche altro consiglio da aggiungere o domanda da fare... beh, io sono qui. Con la mia tisana.