- Ottieni link
- X
- Altre app
- Ottieni link
- X
- Altre app

Però,
dicevo, vorrei potermi confrontare con quello che scrivevo tanti anni
fa, quand'ero ancora una giovincella che non si interrogava sui
risvolti negativi dell'info-dump, che non aveva mai sentito parlare
di 'show, don't tell', di costruzione del personaggio, di
stereotipizzazione. Sarebbe comodo potermi valutare dopo tanto tempo,
e magari scoprire se certi errori li ho eliminati o se non li ho
addirittura peggiorati.
Purtroppo
quegli scritti sono ormai irraggiungibili, i resti sepolti in un
qualche vecchio hard-disk bruciato. Però, un po' per fare ammenda
dal primo 'Scribacchiolando' e un po' perché mi gira così, oggi va
di chiacchierare dei miei vecchi errori. Di quelli che ricordo,
almeno.
Prima
di tutto – si tratta di un periodo che è durato più o meno fino
alla quarta-quinta superiore – la protagonista dei miei scritti ero quasi sempre io. O meglio, un mio simulacro, quello che avrei voluto essere. Più
bella, più intelligente, più forte. Un po' più alta, sigh. E com'è
ovvio che fosse, il resto dei personaggi non era che un'accozzaglia
di manichini messi lì a risaltare la Super-Me e a fare andare avanti
la storia.
Poi
c'era la progettazione. Non progettavo nulla. Non so quante decine di
storie io abbia iniziato, mettendomi a scrivere senza avere chiaro
nemmeno il nome dei personaggi, la loro età , gli sviluppi della
trama. Certe volte non avevo in mente neanche una vaga idea di quello
che sarebbe successo di lì a poco. Il fatto è che per me le storie cominciano a formarsi a partire da una situazione, o meglio, da una scena. Una scena che
mi nasce nel cervello, completa di una rozza ambientazioni, qualche
personaggio e un'azione. È attorno a quella scena che inizio a
costruire tutto. Può essere anche a metà di quella che poi
diventerà la storia, ma sarà il mio punto di partenza. Il che, in
sostanza, si traduce con un sacco di cavolate e un'infinità di
forzature volte a motivare la suddetta scena.
Il
super-fantasy-minchia. Sì, ne avevo uno anch'io nella cartella
'Storie'. Giammai lo negherò. Ovviamente la protagonista ero io.
Ovviamente ero una mezz'elfa – sigh – il cui villaggio era stato distrutto. E avevo dei poteri fighissimi che adesso non ricordo.
Uno
dei miei più grandi errori – in cui rischio continuamente di
ricadere, e il cui sforzo per evitarlo mi impaccia alquanto – è il
tralasciare i problemi, convincermi che tutto sia credibile e vada bene.
Che il Lettore ipotetico capirebbe quello che intendo e non avrebbe
nulla da ridire. Credere che la trama scorra liscia come l'olio, che
i rapporti tra i personaggi siano perfettamente plausibili, che non
ci sia nulla da cambiare. Che tutto funzioni, anche quando l'intera
struttura si basa su una boiata. Circa due-tre anni fa avevo quasi
finito la prima stesura di una storia cui sto lavorando ancora oggi.
Mi è bastato fare leggere le prime pagine alla Scarabocchia per
capire quanto il motore primo della trama fosse assolutamente
insensato. E da lì in poi ha iniziato a crollare tutto, tutto ciò
che davo per scontato mi si rivelava orridume. Avevo annodato i fili
con dei rozzi 'Perché sì' che mai lascerei passare come lettrice.
E...
dunque, fine. Immagino di essermi macchiata di molti altri errori nel
corso di questi anni da
wanna-be-aspirante-quasi-quasi-ma-perché-no-prima-o-poi-credici-scrittrice.
Questi sono però quelli che ricordo, visto che la cartella colma dei
miei orrori è scomparsa per sempre.
E
voi? Quali sono le vostre debolezze come scrittori in potenza?
Info-dumpate? Vergate lunghi ed esasperanti spiegoni? I personaggi
sono un misto di quello che vorreste essere e Supeman?
- Ottieni link
- X
- Altre app