Vecchi amici e nuovi amori di Sybil G. Brinton

È verità universalmente riconosciuta che, domineddio, io Jane Austen la adoro. Cioè, magari non proprio universalmente, ma se si sbircia con una certa costanza da queste parti, o se si osa gettare un'occhiata alla mia libreria, un legittimo sospetto prima o poi arriva.
Ho letto tutti i suoi libri, e questa consapevolezza mi punge. Tanto. Non li ho amati tutti allo stesso modo – Emma è il mio preferito, a seguire Orgoglio e Pregiudizio, Ragione e Sentimento e Persuasione a pari merito, poi L'abbazia di Northanger e infine, in fondo, Mansfield Park – però li ho amati tutti.
E qualche mese fa la Jo March pubblica, con la traduzione di Camilla Caporicci, il primo seguito immaginario dei romanzi di zia Jane, ovvero Vecchi amici e nuovi amori, pubblicato dalla Holden&Hardingham nel lontano 1913. L'autrice, Sybil G. Brinton, è un'appassionata janeite (super-fan di Jane Austen) e nella sua opera immagina la prosecuzione delle vicende di alcuni personaggi, a pochi anni dalla fine dei romanzi. I personaggi che compaiono di più e sui quali si concentra maggiormente la narrazione sono Georgiana Darcy, Mary Crawford e il Colonnello Fitzwilliam, mentre a Lizzie e a Mr Darcy e un po' a tutti i personaggi protagonisti dei romanzi, viene dato più il ruolo di comprimari aiutanti. All'inizio compare molto anche Lady Catherine de Bourgh, alla quale ho scoperto di essermi curiosamente affezionata. Tra l'altro nella mia testa il suo nome viene pronunciato con la voce e il tono ossequioso utilizzato da Mr. Collins nella serie BBC del '94, quella con Colin Firth.
Dunque, il romanzo inizia con la rottura del fidanzamento tra Georgiana e il Colonnello Fitzwilliam. Era stata un'unione altamente voluta e consigliata dai coniugi Darcy, che però non ha funzionato, in quanto i due interessati si sentono molto più amici che fidanzati. E dunque Georgiana parte per una lieta vacanza dalla sorella di Lizzie, Jane, mentre i coniugi Darcy e il Colonnello partono per Bath, ove li attende Lady Catherine de Bourgh.
Questa prima parte, lo ammetto, mi ha dato un po' di problemi: non ricordavo chi fossero tutti i personaggi incontrati a Bath e ho dovuto spesso ricontrollare l'elenco all'inizio del libro, in cui viene spiegato da quale libro provengano. Peccato che anche così io non ricordassi le vicende in cui si fossero invischiati. A Bath sono tanti e tutti insieme, e all'inizio sono rimasta assai confusa. Fortunatamente dopo qualche decina di pagine ci si concentra di più su pochi personaggi un po' più conosciuti, come Mary Crawford.
Ora, Mary Crawford a me piaceva, anche in Mansfield Park, dove dopotutto le viene affibbiata quasi la parte di antagonista. Mansfield Park è il libro di zia Jane che mi è piaciuto di meno, probabilmente per l'antipatia che mi ha sempre trasmesso la coppia protagonista, Fanny e Edmund. Bigotti, noiosi, lui pomposo e lei anziana nell'anima. Mi piacevano i fratelli Crawford, invece, soprattutto Mary. Moderni, frivoli, allegri, però intelligenti. Ho letto Mansfield Park una sola volta e diversi anni fa, ma mi pare di ricordare che Mary abbia sostenuto diverse interessanti discussioni con Edmund riguardo alla religione e alla società contemporanea.
Ad ogni modo, in Vecchi amici e nuovi amori, Mary viene riabilitata come personaggio. Snaturata, anche, perché viene descritta in certi punti davvero troppo umile e condiscendente, rispetto alla donna che avevo conosciuto in Mansfield Park. Ma, almeno, riabilitata.
E poi c'è Georgiana, che invece è la stessa ragazzina timida dipinta in Orgoglio e Pregiudizio. Le sue vicissitudini con Kitty (sorella di Lizzie), la comparsa di Mrs. Knightley, equivoci, cuori spezzati, cuori riparati, consigli sbagliati, consigli non seguiti, vicini impiccioni, marinai incostanti, balli... e così via.
Ora, ho letto diverse critiche riguardanti questo libro su Anobii. Invero a me è piaciuto, e molto. L'ho trovata una lettura frivola, leggera e gradevole, nonché un lieto incontro di personaggi che credevo non avrei più rivisto. Non avevo aspettative altissime, né pretendevo che la Brinton avesse la stessa penna di zia Jane. Ovvio che non è un libro assimilabile a quelli di Jane Austen, vorrei anche vedere.
Perciò sì, lo consiglio assai a chi ha voglia di rincontrare un po' di personaggi, anche se non tutti rispecchiano il ritratto che ne aveva fatto zia Jane. Lo consiglio di molto in quanto lettura leggera e piacevole, da tisana col plaid e la pioggia contro la finestra.

Il maltempo cade a fagiolo.