E
beh, come ogni anno non posso fare altro che premettere che Lucca è
Lucca, e che non ha paragoni. Mi pare di aver letto che quest'anno
gli ingressi hanno superato quelli di Angouleme, per dire. Ma non ho
voglia di ricontrollare la veridicità della notizia, quindi prendetela mooolto con le pinze.
Intanto
hanno allargato i corridoi degli stand, e si riusciva a passare più
comodamente – o meglio, si riusciva a passare. Punto. - poi sono
stati aggiunti degli spazi fighi che purtroppo non sono stata
abbastanza accorta da visitare, come lo spazio Umbrella Corporation e
la chiesa col Gundam. Gli amici che sono andati a vedere le mostre se
ne sono detti più che soddisfatti, e so che la Japan Town è stata
apprezzata.
Il
trench e la spada
Come
ho annunciato più volte con asfissiante gioia nelle ultime
settimane, ho partecipato all'educational di Tarenzi, Il trench e la
spada. Raggiungere l'edificio è stato incredibilmente facile, tanto
che sono arrivata con quaranta minuti d'anticipo, che l'organizzatore
neanche si vedeva. C'era solo la signora che apriva la porta. Per
tenermi leggera non mi ero neanche portata nulla da leggere, certa
che avrei passato ore a destreggiarmi per le stradine di Lucca alla
ricerca di Villa Gioiosa, ove si teneva l'educational. E invece
niente, trovato subito. Ho passato una mezzora seduta su una
panca, poi ha iniziato ad arrivare gente e la folla si è fatta così fitta
che ho passato il resto del tempo nascosta dietro una pianta.
Sociopatia over 9000.
Sono
sgusciata fuori da dietro il ficus quando sono arrivati Tarenzi e
Aislinn. Se fosse un supereroe, Tarenzi sarebbe l'Uomo-Abbraccio.
Aislinn mi spezza il cuore ogni volta che deve ingobbirsi per
salutarmi, che l'effetto è un po' Gandalf-Frodo.
E
dunque, è iniziato l'educational. Tarenzi era buffo perché
sprizzava entusiasmo da ogni poro, e la voce gli si faceva più acuta
a seconda dell'interesse che aveva per ciò di cui parlava. Ha
parlato del trench come parte integrante dell'urban-fantasy, che è
tanto utile per nasconderci dentro le spade e le armi in generale. Ha
parlato di Constantine come post-post-moderno, perché presuppone un
pubblico più che avvezzo al suo linguaggio e alla sua ambientazione.
Della definizione poco chiara, molto personale, di urban-fantasy. Dei
suoi precursori, nella letteratura, nelle serie tv, nel cinema. Della
distanza tra urban-fantasy e horror. Del concetto di 'plausibilità'.
Di un libro che non è che lo voglio, lo esigo proprio, Libromancer,
che sta per uscire per La Ponga Edizioni. Poi magari ne
chiacchiero un po', perché giuro che per come l'ha raccontato
Tarenzi pare una figata pazzesca. E così via, a chiacchierare di
urban-fantasy, della sua evoluzione, della sua condizione in Italia
(sigh) e della sua condizione all'estero (wiiiii!). A un certo punto
ha parlato di un urban-fantasy ambientato negli anni '70 in Irlanda,
nel pieno degli scontri tra IRA e inglesi. E tra inglesi e irlandesi.
E ha sottolineato quanto sarebbe improbabile vedere trattato un
periodo storico importante e recente in Italia, in chiave fantasy.
Temo che dipenda dal fatto che in Italia non riusciamo a staccare il
concetto di rispetto con quello di sacralità, oltre che dalla nostra
culturalmente determinata coda di paglia. Sarebbe stato bello
continuare la discussione, ma il tempo era agli sgoccioli e la mia
capacità di intervenire in tale situazione fa pendant con quella di
una roccia.
La
presentazione di Angelize II – Lucifer
È
dura raggiungere i singoli stand all'interno dell'Area Games di
Lucca, soprattutto se si è privi di senso dell'orientamento e alti
come hobbit bassi. Tra l'altro i libri non erano allo stand della
presentazione, ma a quello di Rizzoli-Lizard, in tutt'altro
padiglione. Sono stata più o meno un'ora a cercare Angelize II
facendo avanti e indietro, e quando ho raggiunto lo stand della
presentazione ero così sfatta che mi sono approcciata ad Aislinn
dicendole che 'non riesco a trovare Aislinn' invece che Angelize.
Vai,
me stessa. Vai.
C'erano
i biscotti, come l'anno scorso, così come vogliono le regole del
lato oscuro. Gli stessi dell'anno scorso, a forma di ali e
buonissimi. Poi c'era Tarenzi in versione Mastrota, a fare le domande. Sul suo supposto odio per Hesediel
(effettivamente), sull'aspetto dei personaggi, sul libro che sta scrivendo e che spero vivamente
esca presto, ma non dico altro perché non so se è il caso di fare
anticipazioni.
Da
lì in poi, per un po', ho seguito Aislinn e Tarenzi in stile ombra,
che volevo raggiungere lo stand Lizard per agguantare la mia copia di
Angelize II per farmela autografare. E nel gravitare attorno a loro
ho sentito Tarenzi parlare di un'idea per un racconto che
OMMIODDIOVOGLIOLEGGERLA ma non la posso riportare qui. Però è
ganzissima. Luca, se stai leggendo, ti prego SCRIVILA.
Dopodiché
ho pensato fosse il caso di lasciarli andare, che la mia identità
stava deviando verso lo stalking selvaggio.
(La foto esprime la mia nanità in maniera così perfetta che non ho potuto non metterla. Invidiatemi, poiché mi è dato di fare il cosplay di Tyrion.)
E poiché ho fatto il biglietto per entrare soltanto di venerdì, e questo è tutto quello che ho fatto venerdì - beh, poi sono tornata nell'appartamento coi miei amici a leggere il bottino/dormire, ma non credo sia di qualche interesse - direi che è il caso di chiudere il post. Avrei voluto partecipare alla presentazione di Multiverse Ballad di Andrea Atzori e Tim D. K, ma le mie energie si erano ormai esaurite.
Quindi... sì, finisce qui.
Quindi... sì, finisce qui.
Anzi, finisce in allegria con la lista delle
Cose
belle di Lucca
Gli
amici che rivedo ogni anno, e che se non fosse per Lucca rivedrei
molto meno spesso.
I
genitori-cosplay, che quest'anno si sono superati nei costumi dei
pargoli, mentre gli anni scorsi facevano più effetto Carnevale.
Il
ciondolo a forma di libro che ho preso da Le petite deco.
Giorgio
Raffaelli di Zona 42 che è riuscito a chiamarmi sabato sera – i
telefoni avevano cessato di funzionare in mattinata – per potermi
recapitare una copia di Pashazade. Gentilissimo. Tra l'altro mi sono
complimentata per la grafica innanzi alla grafica, senza saperlo.
La
scoperta del mio super-potere, cioè che ovunque io mi trovi, anche
per un brevissimo lasso di tempo, si formerà spontaneamente una
montagnola di libri.
Ho
battuto il cinque a Sio e gli ho sentito urlare LASER.
L'acquarello
di Algozzino sulla mia copia di Memorie a 8 bit.
Gli
acquisti, che sono stati assai oculati.
Gli
zombie che ho visto con un'amica il 31 ottobre, mentre andavamo in
stazione. Belli a ripensarci, meno quando ci siamo passate in mezzo.
Io mi sono terrorizzata.
Scoprire
che esiste una movida notturna nei giorni del Lucca Comics, composta
primariamente da fumettisti.
Essere
usciti in pigiama – taluni con cuscino, talaltri avvolti in una
coperta – nella suddetta movida.
Scoprire
che sono un vampiro, perché nelle foto dell'educational (altra
cosabella) sono avvolta da un alone di luce che mi nasconde
completamente.