Questa casa editrice l'ho scoperta quasi per caso, senza cercarla affatto, grazie a una libreria interamente dedita alla narrativa di genere, la Miskatonic University, e ai due amici che mi ci hanno condotta sempre con maggiore convinzione. A forza di vederne le copertine, a forza di sbirciare le trame, a forza di sentire l'entusiasmo del Sommo Libraio, alla fine mi sono convinta. E da Codex Gilgamesh in poi ho iniziato a parlarne parecchio. È
una risposta strepitosa e prepotente a quelli che dicono che la
narrativa di genere italiana è debole e farlocca, e che l'editoria
in generale non sappia rischiare. La Dunwich fa roba veramente,
veramente buona. E lo dico da drogata, ma da drogata esigente.
1) Una breve
presentazione per i lettori.
Salve, sono Mauro
Saracino e in poche parole sono l’entità asservita alla Dunwich.
Sembra una presentazione da alcolisti anonimi, così?
2) Come è nata la
Dunwich? Quand'è che avete iniziato a pensare "Massì,
facciamolo"?
È nata a gennaio del
2013. L’idea di tirare su un’etichetta indipendente di genere era
nell’aria da un po’ ma c’è voluta la collaborazione di persone
fidate perché si potesse realizzare. Per fortuna altre se ne sono
aggiunte lungo la strada, evitando che il “Massì facciamolo” si
trasformasse in “Chi ce l’ha fatto fare?”
3) Quali sono i vostri generi
di riferimento?
Principalmente
horror, anche se c’è qualcuno in redazione che è appassionato di
fantascienza e fantasy. Personalmente sono un fan dell’horror più
estremo anche se tendo a tornare di tanto in tanto ad autori più
mainstream, soprattutto per quanto riguarda i thriller. Non appena
posso mi piace anche tornare ai classici, vedi Weird Tales.
4) Com'è pubblicare
generi così di nicchia in Italia? E perché rimangono di nicchia?
Be’, il genere
fantastico è da anni considerato di serie B dalle nostre parti e
come tale è destinato a una nicchia. Poi l’horror ha l’aggravante
di essere anche condannato nei contenuti, restringendo il campo. C’è
però un grosso rovescio della medaglia. Gli appassionati del genere
lo sono davvero e non inseguono la moda del momento. E se sei in
quella famosa nicchia sei subito riconoscibile. E se i lettori
apprezzano quello che fai ti accorgi che la nicchia non è così
stretta e che si può allargare.
5) Che rapporto
avete con le librerie e con i lettori?
Con
molte librerie abbiamo sviluppato collaborazioni che diventano sempre
più solide. E come noi tentiamo di dare il massimo per creare ciò
che ci piace, cerchiamo di stringere alleanze con librai che lavorano
alla stessa maniera. Certo, rapporti così stretti sono più
difficili da creare con i grossi franchising anche se in alcuni casi
sta succedendo la stessa cosa. Per quanto possibile cerchiamo il
confronto con i lettori, anche se questi momenti sono spesso relegati
a eventi come il Salone del Libro di Torino o le presentazioni in
libreria (quelle dove riusciamo a presenziare dal vivo, almeno).
Be’, onestamente
sarei sorpreso del contrario. Chi legge horror dovrebbe essere
attratto dal lato più oscuro della narrativa e quindi credo sia
giusto che sia anche attratto dai personaggi che meglio lo
rappresentano, ancora di più se sono ben caratterizzati. I tre che
hai citato poi sembrano mettere d’accordo praticamente tutti i
lettori (me compreso ahah).
7) Senza esagerare,
trovo che alcune delle vostre pubblicazioni siano veramente
interessanti, estremamente vendibili e davvero ganze. Come giudicate il fatto che ad
aggiudicarsi certe meraviglie possa essere un editore piccolo e
indipendente?*
Se ci pensi non è così
strano. Questo è un momento di crisi generale, non solo nel mondo
dell’editoria, e un grosso marchio deve pensare principalmente a
sopravvivere. Per sopravvivere punta a fare cassa e per ottenere un
risultato simile va sul sicuro: prodotti che hanno la maggior fascia
di pubblico possibile. Un grosso marchio ha il problema di avere un
target globale. Noi in realtà facciamo la stessa cosa, cercando di
offrire il prodotto migliore per un target però ben specifico. E se
lo steampunk è un rischio per una grossa casa editrice, per noi
diventa invece un punto di forza, semplicemente perché è ciò che i
lettori vogliono da noi.
8) La mia domanda
preferita: avete qualche esperienza bislacca, da editori, di cui
vorreste raccontarci?
Se solo potessi
parlare, ce ne sarebbe almeno una al giorno da raccontare. E gli
eventi assurdi si moltiplicano quando sei in fiera.
9) Qualche
anticipazione sulle prossime uscite?
Chiudiamo
la stagione estiva con una carrellata di nuove uscite. Cannibal
Corpse di
Tim Curran e Ratha
- La Magia Interiore
di Jennifer Sage (per bilanciare la violenza del primo) sono i nuovi
titoli internazionali che usciranno i primi di agosto. Sempre nello
stesso periodo sono previsti gli episodi finali delle serie Infernal
Beast (finale
firmato da Andrea Berneschi) e Moon
Witch
(finale firmato da David Falchi). In autunno dovrebbero uscire i
cartacei di entrambe le serie. Portiamo avanti anche Cthulhu
Apocalype,
con il nuovo episodio scritto da Eleonora Della Gatta. Avremmo voluto
far uscire per l’estate anche la nuova opera di Uberto Ceretoli ma
non ce n’è stato il tempo materiale. Recupereremo a settembre.
10) Ci
consigliereste qualche libro nel vostro catalogo per iniziare a
conoscervi?
Questa
è una domanda difficile. Per la parte horror consiglierei La
Cisterna o
Lovecraft’s
Innsmouth.
Per quella paranormal romance tutta la serie Moon
Witch
e Alice
From Wonderland.
Per quella steampunk Codex
Gilgamesh
o Dalla
Terra alla Luna... e Zombie.
Per quanto riguarda thriller e mystery consiglierei Bet
o
La
Notte che Uccisi Jim Morrison.
11) C'è qualcosa
che non vi ho chiesto ma di cui vorreste chiacchierare?
In realtà hai fatto
belle domande e non credo ci sia bisogno di dilungarmi ulteriormente.
Ti ringrazio tantissimo per l’intervista e per lo spazio che spesso
dedichi alla Dunwich!
*Sì, sono dolorosamente consapevole della ruffianaggine della domanda, ma non sono riuscita a trovare un modo più discreto e sottile per chiederlo. E poi lo penso davvero.