Vogliamo leggere (davvero) - #BlogNotesMaggio

In Italia siamo soliti considerare la lettura come un animale raro da salvaguardare, qualcosa che non si sa bene a cosa serva ma è bello che ci sia. Non sappiamo spiegare quale sia l'apporto di una determinata specie in via di estinzione, ma siamo aggrappati all'idea di averla con noi, tenerla al mondo, che la sua scomparsa ci direbbe qualcosa di noi e del mondo che non vorremmo sapere.
Sentivo, fino a qualche tempo fa, un affettuoso protezionismo nei confronti della lettura, con un sentore di elitarismo che mi portava a dare per scontata la narrazione per iscritto come automaticamente superiore rispetto a qualsiasi altra forma di intrattenimento e conoscenza. La dimensione salvifica della letteratura, per così dire.
Non che io non ami tuttora visceralmente il libro e tutto ciò che lo accompagna; ma sono consapevole di come la mia ossessione sia soltanto mia. Al mondo c'è anche altro di parimenti – culturalmente – importante. E tuttavia, che la lettura sia intrinsecamente utile e importante è un dato di fatto. Potrei elencare fior di studi che hanno provato come leggere romanzi sviluppi l'empatia, la capacità di interpretare il mondo che ci circonda, la competenza nella costruzione e comprensione di frame comportamentali, per non parlare del bisogno del nostro cervello di mantenersi attivo, specie in età avanzata. Leggere fa bene, è un dato di fatto.
La Giornata mondiale del libro e del diritto d'autore è stata istituita nel 1995 dall'UNESCO, in una risoluzione firmata a Parigi da un totale di 12 paesi. Lo scopo della Giornata sta assai prevedibilmente nel promuovere la lettura e a valorizzare l'apporto della letteratura nel contesto dell'avanzamento sociale dell'uomo.
In Italia precede di poco l'inizio del maggio dei libri, promosso dal Centro per il libro e la lettura e dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, durante il quale si avvicendano fiere, iniziative e promozioni da parte dell'editoria e dell'industria culturale nel suo complesso. Ci sono state varie edizioni di #ioleggoperché, Torino che legge, Letti di notte, e pare che la promozione istituzionale si sia assestata in un buon numero di iniziative più o meno di successo, – difficile da dire in così poco tempo, ma sicuramente i lettori sembrano gradire.
#BlogNotes è un progetto di comunicazione editoriale ideato da Laura di Il tè tostato; quest'anno consisterà in una ciurma di blogger che pubblicheranno post a tema ogni settimana, – trovate tutti i blogger aderenti qui.
Si tratta di un incontro tra l'iniziativa istituzionale e quella spontanea, tra lo Stato e il lettore. Trovo che non siano soltanto le manifestazioni ufficiali a dire qualcosa sul bisogno di leggere dell'uomo; anzi, essendo motivate da ragioni educative e sociali, se non economiche, – nel lungo tempo, s'intende – le vedo quasi come un fenomeno secondario all'insorgenza di iniziative organizzate da individui estranei al settore librario.
Avete presente il bookcrossing? Penso di sì. Quella che fino a pochi anni fa era una pratica di nicchia è diventata comune. Scaffali di libri pronti ad essere sfogliati, presi in prestito e rilasciati in giro sorgono nelle biblioteche, nei bar, qualche volta persino negli studi medici. Mio padre, voracissimo lettore, fa la spola tra la biblioteca di paese e un bar gestito da lontani cugini, sempre pieno di nuovi libri da scambiare.
Non solo poi nei locali e nei posti chiusi; il bookcrossing si accontenta di cabine telefoniche abbandonate, piccoli cubicoli in mezzo a una piazza, davanzali all'aperto.
I gruppi di lettura poi sono sempre più attivi, sui social come di persona. Si organizzano su Anobii, su facebook, nelle biblioteche, oppure si formano spontaneamente tra gruppi di amici che vogliono condividere le loro impressioni di lettura.
Ci anche sono pagine facebook come Chi semina libri raccoglie tempesta, in cui vengono postate foto di libri abbandonati in giro per le città, protetti da buste di plastica, con una breve descrizione che possa agganciare il lettore.
Il mondo dei lettori si è preso carico della promozione della lettura già da tempo, e con disinteressata passione; ha preceduto lo Stato, l'industria, il mondo istituzionale della cultura, ne è diventato baluardo e forse ne sarà il riflesso.
C'è una dimensione speciale, nella letteratura, in qualcosa che viene creato dal nulla, che la rende selvaggia, imprevedibile, impossibile da catturare completamente in un'immagine fissa e riproducibile. È una dimensione di libertà assoluta, in cui tutto può essere e tutto può accadere e si riflette, nei lettori, nell'impossibilità di carpirne completamente il movimento, di prevederne le mosse. La letteratura si muove a ondate, segue certe mode e ne abbandona altre; spuntano casi editoriali e altrettanti ne affondano, senza quasi che ce ne accorgiamo. Ma quello che rimane dall'alta marea è un risultato che non ci aspettavamo, un titolo di inaspettata potenza che rimane scolpito, un'ombra incancellabile nella sabbia.
Sono movimenti che partono prima dall'uomo, e poi arrivano allo Stato.
Ed è la passione che li spinge, quella che vorrei festeggiare, quella passione che nella settimana della Giornata internazionale del libro reclama in questi giorni il suo riconoscimento politico a livello internazionale.
Auguri, gente. A tutti.