Zona 42
è una casa editrice giovane, che si dedica alla fantascienza come
Beethoven si dedicava alla musica e come Walter White si dedica alla
metanfetamina. Cioè facendo del proprio meglio per procurarti quanto
di meglio si possa offrire.
Ma bando alle ciance, via con le domande.
Ma bando alle ciance, via con le domande.
1.
Che ne dite di una breve presentazione a uso e consumo dei lettori?
Sono
Giorgio Raffaelli, ho 48 anni, vivo a Modena con la famiglia, ma sono
nato e cresciuto a Bolzano. Fare l'editore sarebbe il mio mestiere
ideale, ma visti i tempi che corrono, credo che mi toccherà
continuare ad avere un lavoro normale ancora per parecchio
tempo…
Il
mio compagno d'avventure è Marco Scarabelli, emiliano purosangue,
con la passione per musica e libri di svariati generi, con una
instancabile curiosità che lo porta a tenersi sempre mentalmente
impegnato con diverse attività.
2.
Conoscevo già Giorgio dall'Iguana Blog, voi come vi siete
conosciuti?
Con
Marco ci siamo conosciuti parecchi lustri fa, per motivi di lavoro.
Dal lavoro si è passati a parlare di musica e libri e non ci siamo
ancora stancati.
3.
Quand'è che avete iniziato a prendere sul serio il progetto? cioè,
il momento in cui vi siete detti 'Sì, dai, lo facciamo davvero'?
Sono
anni che covavo l'idea di passare dall'altra parte della barricata.
La voglia mi è venuta a forza di frequentare addetti ai lavori,
sulle mailing list prima e su tutti gli altri canali che la rete ci
ha messo a disposizione poi, che mi hanno illuminato sui massimi
sistemi editoriali, e si è via via concretizzata insieme alla
constatazione che mai come in questi anni la buona fantascienza è
diventata merce sempre più rara sugli scaffali delle nostre
librerie. A forza di discuterne ho convinto Marco delle possibilità
che un progetto come il nostro poteva avere. Abbiamo fatto un po' di
conti, ce ne siamo fregati del risultato, e abbiamo saltato il fosso!
4.
Non c'è dubbio che sia stata una scelta coraggiosa e dettata dalla
passione per un genere bistrattato a farvi aprire Zona 42, perciò
evito la domanda 'che cosa vi ha spinti a farlo?'. Però vorrei
sapere cosa ne pensate della condizione della fantascienza in Italia,
e se secondo voi c'è distanza tra pubblico ed editori.
Come
dicevo più su, se noi siamo partiti con il nostro progetto è
proprio grazie alla disponibilità al confronto che personaggi che
hanno rappresentato la storia dell'editoria di fantascienza in Italia
(penso a Vittorio Curtoni, Riccardo Valla, Ernesto
Vegetti, e a tutti gli altri professionisti che frequentavano - e
frequentano! - la rete) hanno sempre dimostrato nei confronti del
loro pubblico.
Nel
corso degli anni sono cambiate parecchie cose, tra queste la più
evidente è la progressiva rarefazione delle novità di fantascienza
in libreria. Ma l'atteggiamento di apertura verso il pubblico mi pare
che ci sia sempre stato (magari più da parte dei singoli
professionisti che non da parte delle case editrici, che è
differenza non da poco, ma tant'è).
Il
problema semmai è capire qual è il pubblico che legge fantascienza
oggi, perché credo che molti dei problemi che fanno riferimento alla
"condizione della fantascienza in Italia", dipendano in
egual misura dalla scarsa disponibilità degli editori a proporla e
dall'evidente riduzione del numero dei lettori, fenomeni che hanno
contribuito a creare un circolo vizioso per cui meno buona
fantascienza si trova, meno lettori ci saranno.
Sui
motivi per cui la fantascienza ha perso l'appeal che un tempo
evidentemente possedeva (basta guardare i numeri delle vendite di
Urania, o il numero di editori specializzati, o delle collane
dedicate, che sono tutti usciti decimati nel tempo di un paio di
dozzine d'anni) il dibattito è aperto (basta farsi un giro per i -
pochi - siti che si occupano di fs per trovare facilmente decide e
decine di pagine dedicate alla questione).
Noi
di Zona 42 abbiamo pensato che peggio di così le cose non
potessero andare, e che era ora di tentare di invertire il trend
negativo che ha contraddistinto il genere negli ultimi anni.
Non
so se ci riusciremo, di certo non vogliamo rimpiangere di non averci
nemmeno provato.
5.
Com'è stata la vostra formazione come lettori? Quali le vostre
letture di riferimento?
Giorgio:
Vuoi un elenco? :-)
Eccoti
accontentata: qui.
A
parte gli elenchi e le classifiche, posso dire che la fantascienza è
stata una presenza molto forte nei miei anni di formazione, che nulla
come la fuga in un libro mi ha aiutato nei tormentati anni
dell'adolescenza. Poi si cresce, ci si guarda intorno, e ci si vuol
sporcare con il mondo. I libri hanno cominciato ad assolvere a
un'altra funzione, altrettanto importante: mi hanno offerto una
chiave per leggere ed interpretare la realtà, la narrativa letta si
mescola e si confonde con la propria narrazione privata, e la
bellezza, qualunque forma assuma - e nella parola scritta ce n'è
molta! - quando la si trova illumina il cammino.
Il
mio rapporto con la fantascienza si è evoluto nella stessa
direzione: alle sue qualità di intrattenimento meraviglioso si è
aggiunta la consapevolezza di avere per le mani uno strumento
letterario tra i più efficaci per comprendere la realtà
circostante.
Marco:
sono partito dalla fantascienza "classica" legandomi a nomi
come Matheson, Brown, Dick, Bradbury, tornando di tanto in tanto
negli anni a qualche incursione nel genere grazie all'amicizia con
Giorgio.
Da
sempre spazio tra narrativa e saggistica, senza precludermi nessuna
strada, che si tratti di noir francesi o esperienze di cucina, di
neurologia o rapine in banca, di tecniche di persuasione o di
montaggio cinematografico, l'importante é che mi possano trasmettere
qualcosa di nuovo.
Grazie
a Giorgio ho scoperto nuovi autori che hanno risvegliato il piacere
di una lettura "meravigliosa" e da qui il desiderio di
condividere queste letture.
Zona
42 ha questa ambizione.
6.
E come editori? Avevate avuto esperienze prima di aprire Zona 42?
Giorgio:
No. Però ho lavorato in tipografia per più di quindici anni.
Qualcosa spero di averla imparata!
Marco:
Diciamo che ho corretto molte bozze e forse questo mi ha dato una
mano per un aspetto importante quale la revisione dei testi. Nel mio
lavoro "ufficiale" mi occupo poi di alcuni aspetti che sono
utili anche nel mondo dell'editoria.
Siamo
degli autodidatti, ma con solide basi di conoscenze!
7.
Avete editori, per così dire, di riferimento, cui guardate come
esempi da seguire?
Per
realizzare i nostri libri abbiamo preso a modello quelli che negli
anni ci sono parsi gli esempi migliori. Per fortuna in Italia i
libri, almeno dal punto di vista tipografico, li sappiamo fare
davvero bene, e tra marchi storici come Einaudi o Adelphi,
e altri relativamente più recenti come minimum fax, abbiamo
avuto solo l'imbarazzo della scelta per decidere quali modelli
prendere a riferimento.
Per
la grafica abbiamo invece preferito arrangiarci, privilegiando
evidenziare l'identità e la riconoscibilità della collana piuttosto
che quella dei singoli titoli, puntando su un'iconografia che non
fosse troppo assimilabile a quella fantascientifica tradizionale,
sperando in questo modo di avvicinare qualche lettore curioso, magari
pregiudizialmente allergico alla narrativa di genere.
Per
quanto riguarda invece la cura editoriale, beh… senza falsa
modestia credo che i nostri volumi siano tra i migliori disponibili
in libreria, sia per qualità della traduzione, sia per l'attenzione
che poniamo nella cura del testo. Del resto per noi è più facile
che per un editore medio/grande: pubblicando pochi titoli all'anno
cerchiamo di curarli al meglio.
8.
Pashazade uscirà a fine ottobre, ed è noto che è stato oggetto di
un crowdfunding. Che ne pensate dell'esperienza?
È
stata un'esperienza istruttiva. Prima di partire con il nostro
progetto abbiamo provato a cercare se ci fossero state esperienze
precedenti, da parte di altri editori, ma non ne abbiamo trovate.
Abbiamo cercato quindi di fare del nostro meglio per proporre la
nostra idea di crowdfunding, in modo che fosse il più trasparente e
accessibile possibile. Non tutto ha funzionato a meraviglia, che più
di un appassionato ci ha scritto, o perché non disponeva di un
account paypal o di una carta di credito, o per capire quale fosse la
maniera migliore per contribuire senza perdersi nelle registrazioni
sempre richieste in tutte le piattaforme dedicate al crowdfunding.
Noi
abbiamo cercato di imparare strada facendo, cercandola di offrire la
risposta migliore a ogni singolo dubbio.
Alla
fine abbiamo voluto premiare l'entusiasmo di tutte quelle persone che
ci hanno appoggiato sulla fiducia, chiudendo in maniera positiva il
progetto nonostante non avessimo raggiunto l'ambiziosa cifra che ci
eravamo posti come obiettivo. Abbiamo preferito lanciare un segnale
ottimista e vedere il bicchiere mezzo pieno piuttosto che lasciar
perdere e rinunciare. Probabilmente l'inesperienza ci ha portato a
commettere qualche errore di valutazione che ci servirà di lezione
per le nostre prossime iniziative. In ogni caso, chi ci ha appoggiato
ora potrà finalmente leggere Pashazade.
9.
E dopo, avete già scelto quali titoli verranno?
Dopo
Pashazade pubblicheremo il nostro primo romanzo di
fantascienza scritto in Italia. Non siamo ancora pronti a rivelare
autore e titolo, stiamo lavorando dietro le quinte per realizzare un
libro che si faccia ricordare. Posso dire che già in prima lettura
ci ha trovati tutti entusiasti, e che non vediamo l'ora sia pronto
per mandarlo in stampa e renderlo disponibile per tutti quei lettori
che sono stufi delle solite cose.
A
seguire arriverà Halting State, di Charlie Stross,
un romanzo ambientato nella Edimburgo dei prossimi anni, in cui si
mescolano fascinazioni geek, indagine poliziesca, nuove tecnologie,
il tutto narrato dalla brillante scrittura di Stross, che per me
rimane uno dei più divertenti autori dell'ultimo decennio.
Quindi
sarà la volta del ritorno di Karl Schroeder con il secondo
episodio del suo ciclo di Virga. Il romanzo, Regina di
Candesce, avrà per protagonista Venera Fanning.
10.
Siete editori 'di fantascienza e altre meraviglie'. Ora, le altre
meraviglie arriveranno mai al fantastico? *ammiccamento alla
petizione per Locke Lamora*
Eh!
Purtroppo il problema che i lettori di fantasy hanno con Locke
Lamora è moltiplicato per x volte tra i lettori di
fantascienza. Per le nostre dimensioni è improponibile e
commercialmente suicida provare a proseguire un ciclo interrotto da
un altro editore, soprattutto se il ciclo in questione è composto da
tomi di oltre 500 pagine. (Uffa. N.D. Leggy)
Detto
questo non è detto che non si provi in futuro a proporre qualcosa di
fantastico tout court. La questione è semmai cosa proporre,
che ci distingua dalla marea di fantasy
post-tolkeniano-urban-finto-gotico che ci circonda. Noi una mezza
idea ce l'abbiamo, dobbiamo solo vedere se riusciremo a
concretizzarla.
11.
Aprire una casa editrice di fantascienza dev'essere stato un po' un
salto nel vuoto. Come avete trovato l'accoglienza, da parte di
lettori e librerie?
I
lettori, soprattutto quelli tanto abili e/o fortunati da aver letto
un nostro libro, ci adorano, tutti e incondizionatamente. :-)
A
parte gli scherzi (anche se no, non stavo scherzando) ci ha fatto
davvero piacere l'entusiasmo che ha circondato il nostro debutto
editoriale. Ci aspettavamo la curiosità e anche una buona dose di
scetticismo, invece i lettori prima, e molti librai poi, ci hanno
dimostrato un'attenzione che ci ha piacevolmente stupito.
Parlo
dei librai insieme ai lettori, perché per noi la questione librerie
è prioritaria. Abbiamo un bel da dire che siamo nati in rete e che
vogliamo sopravvivere e prosperare grazie alla rete. In Italia la
rete non è sufficiente a sostenerci.
D'altra
parte andare in libreria, per noi che abbiamo rinunciato a priori
alla distribuzione tradizionale, vuol dire contattare singolarmente
ogni librario che ci pare interessante, proporgli i nostri volumi e
sperare che a) abbia già sentito parlare di noi (in questo caso è
fatta); b) che sappia cos'è la fantascienza/abbia degli affezionati
lettori di fantascienza (in questo caso abbiamo più di una
possibilità); c) sia attento alle piccole realtà editoriali come la
nostra; d) sia curioso e disponibile alla novità.
Se
poi il librario trova anche il modo di proporci direttamente ai suoi
clienti, beh… allora siamo a cavallo. Quel che non sempre riusciamo
a trasmettere ai nostri interlocutori è che le condizioni che
applichiamo ai librai rendono il rapporto commerciale con Zona 42
conveniente per tutti (il lettore che si trova i libri a un prezzo
umano, il libraio che ci guadagna più che con i libri dei grandi
editori, noi che riusciamo a pubblicare il prossimo romanzo).
12.
Qualche esperienza bislacca da editori, con cui sollazzarci?
Siamo
sulla piazza da troppo poco tempo per aver accumulato un anedottica
degna di questo nome. :-)
Le
cose più divertenti nascono comunque sempre nei confronti con i
lettori, durante le presentazioni, soprattutto con quelli entusiasti
di conoscerci ma che non hanno le idee ben chiare su quello che
facciamo, che magari ci chiedono se nei nostri libri ci sono vampiri,
che non ne possono più, o che cercano il sapore antico della buona
vecchia fantascienza di una volta, e qualcuno che ricorda Asimov,
pace all'anima sua, salta sempre fuori.
Grazie
del tempo che avete sprecato in compagnia delle mie domande, vi
auguro ogni fortuna :)
Grazie
a te per l'opportunità che ci hai offerto di poter parlare del
nostro progetto. Siamo convinti che il tempo trascorso a parlare e
confrontarci con i lettori non sia mai sprecato. Prima di
essere editori siamo lettori, ed è proprio il lettore il nostro
riferimento principale per tutto quello che facciamo. In fondo con
Zona 42 cerchiamo solo di produrre libri che noi per primi avremmo
voluto leggere. Il nostro impegno sta nel continuare a fare del
nostro meglio per riuscire a proporli in un'edizione che restituisca
al nostro pubblico almeno un briciolo della passione che ci mettiamo
nel curarli.
Quel
che noi auguriamo ai tuoi e nostri lettori è di incontrare sempre
più spesso libri capaci di meravigliarli, stupirli e inquietarli.
Buone letture!
Qui
il loro sito, donde potrete trovare tutte le informazioni correlate.
E qui il blog personale di Giorgio, che è interessante assai
pure quello.
Qui
la recensione che ho scritto di Desolation Road, la loro prima
pubblicazione, e qui quella di Il sole dei soli. Pashazade me
lo accalappierò felicemente al Lucca Comics.